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«Con la flat tax il ceto medio avrà più soldi»

  • Il Giorno2018-05-09

Armando Siri, “ideologo” della Flat tax al 15% e candidato per la Lega alle Politiche: Renzi dice che la tassa unica toglie ai poveri per dare ai ricchi.
Renzi dice falsità. Lui sostiene di non sopportare l’idea che un operaio paghi le stesse tasse di Berlusconi. Ma anche un bambino capisce che il 15% su 20mila non è il 15% su 20 milioni, ancorchè Berlusconi non avrebbe diritto alle deduzioni che noi abbiamo invece previsto per i redditi bassi. Se introducessimo la Flat tax al 15% con deduzioni, l’operaio dell’Ilva a fine mese avrebbe 200 euro in più in busta paga: soldi che ora gli vengono sottratti dallo Stato. E questo cambia la vita. Mentre senza Flat tax Berlusconi rimarrebbe comunque ricco. Senza Flat tax il conto continuerebbero a pagarlo i soliti noti. Come quando Monti ha voluto punire i ricchi proprietari di barche inasprendo la tassazione: il risultato è che molti hanno portato l’imbarcazione in Costa azzurra e in Croazia e a pagarne lo scotto sono stati i lavoratori del settore nautico.

La Flat tax è diventata patrimonio della coalizione. Perché la soluzione giusta resta però quella proposta dalla Lega?
L’aliquota giusta per portare ristoro tributario a tutti, a cominciare dalle classi meno abbienti, è del 15%. Tant’è che Forza Italia parla di Flat tax al 23% ma con una maxi deduzione di 12mila euro, in modo da arrivare di fatto al 15%. La Lega propone un progetto pienamente costituzionale, in modo da rispettare il principio di progressività della tassazione, con deduzioni familiari e scaglioni: fino a 35mila euro una deduzione di 3mila euro per ciascun componente del nucleo familiare, da 35mila a 50mila euro deduzioni solo per i carichi familiari, mentre da 50mila euro in su si applica l’aliquota senza deduzioni. Forza Italia applicherebbe la maxi deduzione indiscriminatamente al single come al padre di famiglia monoreddito, e su questo non siamo d’accordo.

A sinistra ribattono con un certo allarmismo circa una presunta mancanza di coperture.
Pare che con l’applicazione della Flat tax moriremo tutti e saremo costretti a chiudere ospedali, scuole e asili. Il problema è che se andiamo avanti così succederà davvero. Noi abbiamo presentato un disegno di legge a impatto zero sui costi della finanza pubblica. Spiegando nel dettaglio come finanziarlo: 35 miliardi il primo anno e 25 il secondo con la pace fiscale, che significa dare la possibilità a quei contribuenti incagliati con Equitalia di poter stralciare il dovuto corrispondendo un 10%. Non stiamo parlando di evasori, ma di persone che hanno regolarmente dichiarato ma non sono riuscite a pagare l’imposta.

Un esempio?
Se il commerciante che ha chiuso il negozio si trova 40mila euro di cartelle da pagare, è ovvio che non ha i soldi per farlo. Noi gli proponiamo di pagare 4mila euro e chiudere la posizione. In questo modo è più facile che lui, costretto a vivere come un topo di fogna, senza bancomat, senza conto corrente e un reddito in chiaro, sia invogliato a togliersi definitivamente questo fardello dalle spalle. Fardello, ricordiamolo, che incombe per tutta la vita. Del resto è stata attuata nel nostro Paese la voluntary disclosure, ovvero uno sconto per chi deteneva capitali all’estero. E ci raccontano che non potremmo fare uno sconto a chi è rimasto in Italia e si è trovato schiacciato dalla crisi? È assurdo.

Qual è la sua riflessione sul caso Embraco-Whirpool, la multinazionale che delocalizza nell’Europa dell’Est dopo aver incassato milioni di euro in contributi pubblici?
Teniamo presente un dato importante: secondo la Commissione europea, l’Italia è il secondo paese in Europa per rischio di esclusione sociale: una condizione che riguarda 18 milioni di persone. Mentre i Paesi che vanno meglio, quelli che hanno abbassato drasticamente questo rischio, sono Polonia, Romania, Ungheria e Lettonia, ovvero gli stati che applicano la Flat tax. Nella classifica europea sulla popolazione a rischio esclusione sociale, i Paesi che hanno fatto i maggiori passi in avanti sono questi, mentre l’Italia è in fondo alla classifica, penultima, ultima è la Grecia. Questo dimostra che per risolvere il problema endemico del nostro Paese occorre partire da una riforma strutturale. Su Embraco l’errore è stato erogare 20 milioni di euro di soldi pubblici e una serie di defiscalizzazioni, senza pretendere il mantenimento della produzione in Italia. Se applicassimo la Flat tax, il nostro Paese diventerebbe attrattivo per molte aziende. Il problema è che gli stranieri dicono che l’Italia è un paese bellissimo, ma che lo frequentano, se va bene, solo per le vacanze, dato che qui è impossibile lavorare. C’è una tassazione altissima, una burocrazia devastante e una giustizia civile da Paese del Terzo mondo. Noi dobbiamo completamente invertire la rotta.