«Noi avevamo un obiettivo prioritario: salvaguardare il finanziamento europeo. E l’obiettivo è stato raggiunto». Armando Siri è il sottosegretario ai Trasporti, nonché uno dei consiglieri più ascoltati da Matteo Salvini. Il muso contro muso tra Lega e Movimento 5 Stelle sull’Alta velocità Torino-Lione sarebbe stato sbloccato grazie a un «lodo» pensato da Siri: avviare la procedura per la realizzazione della Tav esplicitando le «clausole di dissolvenza» nei confronti delle imprese interessate ai lavori. E ridiscutendo nel frattempo il progetto con la Francia e l’Unione europea.
Siri, non sempre in politica i «lodi» hanno portato fortuna. Il suo avrà fortuna con la Tav?
«La fortuna non ha elementi razionali. Noi ci siamo impegnati allo stremo perché prevalessero il buon senso e la razionalità. Ora possiamo avviare una tavolo con Francia e Unione che sulla Tav porti inequivocabilmente a un maggior peso dei benefici rispetto ai costi».
Lei chiede un commissario all’emergenza infrastrutturale. Non è come chiedere di commissariare il ministro Toninelli?
«Ma no. Il ministro può agire con la struttura che si riferisce a lui, il commissario avrebbe a disposizione tutti gli altri ministeri e le diramazioni della pubblica amministrazione e degli enti locali».
Una cosa del genere non è possibile soltanto per le emergenze?
«Il fatto che siamo impantanati da anni nella melma delle attuali procedure io credo sia un’emergenza».
Però, i rapporti con i 5 Stelle sono tesi. Lei ha minacciato sfracelli se non arriverà la flat tax...
«Il governo nel suo insieme ha un impegno con gli italiani: quello di ridurre la pressione fiscale introducendo la “tassa piatta”. Io l’ho ricordato. Stiamo lavorando a un progetto che prevede la riduzione dell’Ires dal 24 al 20% e un’aliquota unica al 15% per i redditi famigliari fino a 50 mila euro».
Qualche dettaglio in più sul progetto?
«Il nostro scopo è quello di modificare l’attuale impianto fiscale che vede nel singolo contribuente il soggetto d’imposta e introdurre invece un codice unico famigliare. Con un algoritmo di deduzioni fisse che garantisca il risparmio fiscale da una parte e la semplificazione dell’altra».
Siri, ma il problema non sono sempre le coperture?
«Stiamo parlando di un provvedimento per rimettere in moto il Paese e rilanciare i consumi. Servono tante risorse quante ne abbiamo usate nella scorsa legge di Bilancio per il Reddito di cittadinanza e la Quota 100».
Dovete anche evitare che scattino gli aumenti Iva. O conta sulle Europee?
«A maggio gli italiani potranno scegliere se confermare l’Europa solo dei vincoli e delle regole auree oppure chiedere un’Europa attenta alle diversità e alle necessità dei popoli. Un’Europa che sostiene la crescita anche con maggiore flessibilità».
In Europa anche i vostri alleati ritengono che con l’Italia si sia stati fin troppo flessibili.
«Noi parliamo di una flessibilità non a tempo indeterminato. Ma per almeno per 3/5 anni, sì. Il tempo necessario affinché la cura faccia effetto e questa volta guarisca le cause della malattia e non solo i sintomi».